mercoledì 3 gennaio 2018

50 ragioni per fare sport – 14. Perché correre è divertente.

Le condizioni meteo sono ideali: calma di vento, neanche una nuvola e 18 gradi. In casa, intendo. Fuori c'è Thor, Caronte o il Grande Sciacquone; bufere, bombe d'acqua, tzunami di calore e ho anche un dolorino.
Insomma, non ho voglia di uscire a correre.
Perché esco lo stesso?
Sarebbe comodo usare lo stesso senso del dovere che mi fa andare al lavoro anche quando è grigio e manca la voglia ma sarebbe sbagliato. Il senso del dovere devo tenerlo per le cose importanti che il mio è stretto e a tirarlo da una parte manca dalle altre.
Bisogna pensare al divertimento. Quello immediato del volo che ad ogni passo di corsa ci solleva in aria o ci fa planare nelle discese a rotta di collo; quello di balzare per evitare pozzanghere o per saltarci dentro; quello di infilarsi nei sentieri sconosciuti del livello 2.0. Se non bastasse, si può pensare anche al divertimento futuro, immaginando che finendo il quadro accederemo al livello 3.0 dove troveremo quella maledetta discesa verso Faenza o la lotta per un podio con i migliori atleti di categoria. Anche se mancasse il divertimento immediato, infatti, un po' di sofferenza è utile a migliorarsi e divertirsi di più in futuro. Bisogna essere consapevoli di ciò ma anche stare attenti che la sofferenza non prenda il sopravvento sul divertimento.
Non deve essere il “senso del dovere” che ci fa correre, perché quello, prima o poi, finisce. Dev'essere il divertimento o, almeno, la prospettiva di divertimento futuro; non in paradiso, intendiamoci, ma in un futuro vicino, quasi tangibile e seguirne l'odore con l'acquolina in bocca.

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