domenica 24 settembre 2017

Allenamento da scopa

Foto di Tore Orrù
È tempo di guardare il mondo dal didietro.

La prima buona notizia è che le unghie dei piedi stanno perdendo quel malsano color verme pallido, memoria di ozi forzati. Piccole macchie scure, segnali di vita, si espandono sulle unghie delle dita centrali del piede sinistro. Non posso affrontare un viaggio così, senza di loro; anche le vesciche, mie care compagne di viaggio, stanno tornando al fianco dei miei alluci. Non partirò per l'UTSS da solo.
Ho due settimane per rifinire l'allenamento e oggi sono riuscito a coinvolgere diversi atleti della mia squadra e due ospiti d'eccezione: Tore e Mimi. Grazie a tutti! Tutti indispensabili perché il ruolo di “scopa” richiede una preparazione sia atletica che sociale: andamento lento e divieto di sorpasso. Oggi, sui sentieri del WWF, sono stato bravo, buono in coda, col numerino 999 che ho pescato dal cilindro della vita. Solo in un paio di occasioni alla vista di una scorciatoia, non sono riuscito a resistere e mi ci sono infilato superando di slancio gli ultimi due o tre con istinto sacchettaro. Dovrò ancora lavorare su questo.
Devo dire che, dovendo guardare gli altri da dietro, preferisco che siano femmine. In questo mi ha allietato la grazia di Erminia, che però andava un po' troppo veloce, lasciandomi più spesso la vista da dietro dell'abbondante Tore frenato, in salita, da una grave asma bronchiale. Siamo tutti un po' preoccupati ma è difficile non assecondare il suo entusiasmo. “Se perdo i sensi, nello zainetto ho il “ventolin” e ... . So cosa vuol dire. Io, come “salvavita”, nello zainetto tengo sempre un cavatappi.
Grazie a tutti. Guardare il mondo dal posteriore è, per me, un'esperienza nuova. La sto scoprendo ora e non è affatto male.

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