mercoledì 23 agosto 2017

L'infortunio dell'impiegato panciuto

Mi sono infortunato.
Vi chiederete: come posso essermi infortunato se non sto correndo?
In realtà non sto correndo-correndo ma un po' correndo lo sto. Nell'ultimo mese, ho corsetto un'oretta a Vienna, un'oretta a Torino e un'oretta a Fermo. Sono orette da 50 minuti (lectio brevis) e corsette da 11-12 km/h. Non è roba da atleta che si allena ma da impiegato che porta la pancia in giro a spasso, sperando di perderla (ma la pancia lascia le bricioline e riesce sempre a ritrovare la via di casa).
È così che, spasseggiandomi il ventre, intorno al terzo km della quarta uscita del mese, la mitica “10 km del ragioniere panciuto”, il polpaccio sinistro ha detto stop. Un gesto di protesta insensato. Ha cianciato di peso eccessivo, precarietà muscolare, muscolo contratto, muscolo strappato e contratto strappato a tempo determinato. Il sindacato tace. La realtà è che si sta abituando male, è come un furbetto del cartellino; pensa di avere acquisito il diritto al telelavoro ovvero di correre restando a casa davanti alla tv.
Ricordo 2 infortuni muscolari simili a questo e molto simili fra loro: uno al primo km della prima tappa dei 100 km del Sardinia trail 2015 e l'altro al primo km dei 60 km della sardinia ultramarathon 2011. A sentire i denti affondare nel muscolo mi ero fermato per un minuto e poi, in entrambe le gare avevo deciso di proseguire e, dopo una grande sofferenza iniziale, le avevo poi finite discretamente. Ricordo che in entrambi i casi, c'erano in gara i mitici Marco Olmo e Teo Mura ed ero arrivato dietro il primo ma non di tanto e davanti al secondo.
Bei tempi, altri tempi.
Ieri, alla 10 km del ragioniere panciuto, Olmo non c'era, Teo neppure; mancava la giusta causa e al sentire mordere il polpaccio, mi sono fermato, mi sono girato senza indugio e sono tornato indietro camminando. E il ventre è rientrato, come al solito, a casa con me. C'era posto in poltrona per tutti e due e vivemmo felici e contenti (o quasi).

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