lunedì 19 giugno 2017

Sputi – immigrazione e ius soli

Petto villoso e q.i. sono molto fuori moda. Pensavo di depilarmi il q.i. ma poi ho deciso di lasciar perdere e depilarmi dentro, radendo i villi intestinali e i peli dello stomaco. Col q.i. peloso ma senza peli sullo stomaco sono pronto a sputare benzina su un tema caldo.
Gli aspetti interessanti sul tema dell'immigrazione sono davvero tanti. Oggi mi limito ad esaminarne uno, quello culturale.
Il principio di conservazione vale a molti livelli diversi: da quello individuale (morire il meno possibile) a quello della specie (vietato estinguersi). Fra i livelli intermedi, il più importante è sicuramente quello della conservazione della cultura. Per intenderci, una cultura che porti i valori del benessere senza quelli della conservazione è quasi sicuramente destinata ad essere sopraffatta da culture più “barbare”. Per fare un esempio attuale, potrebbe essere pericoloso accogliere tutti se poi non si è in grado di insegnare la cultura dell'accoglienza e della tolleranza a coloro che vengono accolti. Però, rinunciare alla civiltà diventando barbari (razzisti-xenofobi-cattivi come bestie che fiutano il pericolo) per difendere la civiltà dai barbari sarebbe idiota come suicidarsi per non morire. Si deve allora proprio scegliere se diventare peggio degli estremisti islamici o lasciarsi estinguere con dignità? Secondo me, no.
Ricordiamo il principio di conservazione: “dato un insieme A, un'azione è buona quando, come conseguenza di questa azione, il numero di elementi di A aumenta”. Quando A è una cultura, per aumentarne gli elementi e conservarla ci sono due vie: la via demografica e quella dell'integrazione. In particolare, se A è la “cultura umanista occidentale”, la via demografica è intransitabile già da qualche decennio. L'unica strada rimasta è quindi quella dell'integrazione culturale, in cui si recepiscono le parti positive della cultura di chi arriva, arricchendo così quella di chi ospita (penso, per esempio, a cucina, arte, … ) restando fermi sui princìpi fondamentali dell'etica umanista velleitaria ovvero sulla cultura del “vivere bene”.
Come questo possa essere realizzato in pratica, non lo so bene. Integrare i bambini con l'istruzione scolastica e il senso di appartenenza sociale – anche attraverso la cittadinanza dello ius soli – è così ovvio che non vedo chi possa sostenere il contrario. Il problema potrebbero essere gli adulti, soprattutto quando i flussi migratori sono così importanti. Dare esempio di civiltà è sicuramente più efficace che dare esempio di inciviltà, come fanno molti buzzurri, e potrebbe servire ad isolare gli estremisti ma potrebbe non bastare quando si hanno di fronte culture aggressive e con alta capacità di penetrazione. È un tema difficile ma è su questo che dovrebbe concentrarsi l'attenzione e il dibattito. Il resto è ciancia.
Ecco. Ho sputato. A proposito, qualcuno si lamenta che gli immigrati sputano troppo … beh non più di me!

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