Non
scrivo di politica, dicevo. Inutile allora che mi confronti con le
dichiarazioni quotidiane dei vari Renzi, Dibba, Salvini, Gasparri …
. Del resto, se davvero voglio avere un futuro come papa, quando si
libererà un posto, è con Lui che mi devo confrontare, con il grande
Francesco. Questo sì che è stimolante!
Ecco
ciò che ha detto ieri: “stolto far lavorare così a lungo gli
anziani mentre i giovani sono a casa”.
Scrive
invece il velleitario: “L'Italia è una repubblica
fondata sul lavoro. Sarebbe allora il lavoro il principio?
Immaginate un pianeta in cui
frutti succosissimi pendono dagli alberi, alieni carini ci fanno le
carezze e ci nutrono con ciotole piene di leccornie; dovremmo passare
quattro ore al giorno a scavare buche e altre quattro a riempirle per
essere dei buoni cittadini? Secondo me no. Il lavoro è un ottimo
mezzo di organizzazione sociale, una scala per il progresso ma non
può essere un principio. Il progresso stesso non è una necessità
quando si è in paradiso. In paradiso non si lavora, si va
direttamente in pensione.” cit.
http://pisanilorenzo.blogspot.it/2014/01/rivelazioni-prima-puntata.html
Ma passiamo
dall'utopia all'analisi della realtà.
Lavoro =
attività di utilità sociale = (tradotto dai miei princìpi)
produzione di benessere e mantenimento della vita.
Quando, come
accade ora, una buona parte delle attività di utilità sociale
(produttive, informative, …) è svolta da macchine, il concetto e
l'organizzazione del lavoro andrebbero rivisti. È davvero necessario
un “posto di lavoro” per tutti nel senso tradizionale? Non si
rischia di fare attività improduttive come le buche citate qui sopra
o magari, invece, di produrre molto più del necessario anche a
discapito delle risorse limitate di questo pianeta? Se, per esempio,
ci fossero in giro già troppe automobili, sarebbe socialmente utile
fabbricarne altre e costringere con pressioni psicologiche
(pubblicità) qualcuno a comprarsele? No, anzi, sarebbe dannoso. Il
consumatore perfetto è eternamente insoddisfatto altrimenti
smetterebbe di comprare; ciò che serve al “mercato” per produrre
lavoro è gente scontenta, altro che benessere. Sarebbe socialmente
molto più utile raccontare storie, far crescere bambini, organizzare
attività all'aria aperta … .
E i soldi? Se
proprio si vuole continuare col sistema del denaro, basterebbe
monetizzare le suddette attività sociali.
Dice il papa:
stolto far lavorare così a lungo gli anziani mentre i giovani sono a
casa.
Dico io: stolto
far lavorare così a lungo gli anziani … e basta. Non dico che
passare da una “Repubblica fondata sul lavoro” a una “Repubblica
fondata sul benessere” sia una transizione facile ma mi sembra
maledettamente necessaria.
Questo è il mio
sputo, questa volta bello grosso e succoso.
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