venerdì 19 maggio 2017

Nel frattempo

Sono finito in un frattempo.
Il frattempo è uno spazio libero nella quarta dimensione, nel quale si può vagare senza inciampi o spintoni. È un entità labile che deve restare libera: appena si decide di occuparlo con un progetto, il frattempo sparisce e riprende il solito scorrere del tempo.
È qui, nel frattempo, che, secondo Giuseppe, succedono le cose migliori. Meglio anche dell' “intanto”, che è troppo breve e quasi sempre è altrove.
Nel frattempo c'è una sala con delle panche per stare seduti in attesa ma ci si può anche alzare, uscire fuori da quelle quattro pareti sporche del fumo delle mille sigarette fumate lì, nel frattempo, e guardarsi intorno senza nessuna fretta; si possono osservare con tranquillità i particolari, delle cose, delle persone e riconoscere, fra mille volti, un compagno di frattempo con cui scambiare un sorriso complice mentre fuori il mondo corre via veloce. Si possono fare cose apparentemente senza senso, che assumono un significato, lontano dalla logica comune, solo lì, nel frattempo.
Nel mio frattempo ho ritrovato il piacere di salire e scendere le scale di corsa a due a due senza dolori alle gambe (i colleghi forse pensano che sono impazzito); di accompagnare amiche a fare una corsetta, sentirle ansimare e godere della loro fatica; di imbracciare una chitarra, tentare una melodia e vedere cosa ne esce fuori … e sono solo all'inizio.
L'ecocardio di controllo sarà il 9 giugno. Difficilmente ne verrà fuori qualcosa di nuovo ma, nel frattempo, …

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