martedì 9 maggio 2017

Il viaggio della speranza.

Ieri sono andato in pellegrinaggio a Sanluri, protettore dei cuori svalvolati.
Flavio, avversario di tante battaglie e sprint all'ultimo respiro, tante volte vicino di podio, a volte a destra, altre a sinistra, ha dimostrato che il nostro agonismo è una forma speciale di amicizia. Mi ha preso appuntamento con un medico sportivo di grande professionalità, mi ci ha accompagnato e, grazie alla sua amicizia, non ho neanche dovuto pagare.
Più che una guarigione miracolosa o un certificato per grazia ricevuta, da lui avrei voluto una risposta alle tante domande che sono rimaste sospese:
Posso continuare a fare attività fisica? A che livello? Con quali rischi?
L'operazione può essere risolutiva? Che rischi comporterebbe?
Potrò tornare a gareggiare?
L'unica sicurezza ora è che se anche tornassi a gareggiare, non potrò più permettermi di asfaltare Flavio o, almeno, lo dovrò fare con ogni riguardo e gentilezza: “Permesso, caro, posso passare? Ti lascio un posticino sul podio!” “Oh, scusa, ti ho coperto di polvere, aspetta che te la tolgo” …
Però almeno ora so che queste domande possono avere una risposta. Dovrò fare altri esami, spero
di superarli con lode. La speranza resta viva: questa era solo la prima tappa. Il viaggio continua.

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