martedì 5 luglio 2016

Road to San Sperate

E dopo 3 uscite nell'ultimo mese, ognuna di 5-7 ore per 37-50 km di corsa su sentieri di montagna, superando ogni volta i 1500 metri di dislivello, dovrei essere pronto per i 4 giri dell'isolato su asfalto completamente pianeggiante della gara di stasera. Mi sono concesso i due giorni prima della gara per svegliare le gambe, intorpidite da tanti chilometri a ritmi da 7' – 8' al km: giovedì, in pista, 3x300m veloci e venerdì 7km quasi pianeggianti di cui uno a ritmo veloce. La minestra di cavoli è pronta per la merenda: vediamo cosa ne esce fuori.
A 51 anni, sono un “giovanissimo” nella batteria dei quasi 100 vecchietti dai 50 anni in su. Insieme a me c'è Angelo, molto più forte di me, invece con gli altri, se sto bene, me la potrei giocare. I giudici ci guardano in faccia, guardano l'orologio – la partita dei quarti dell'europeo di calcio si avvicina – e ci scontano un giro rispetto al programma. Ne restano 4 per poco più di 5 chilometri. Parto in prima fila, voglio provare a fare gara di testa. Dopo un centinaio di metri Angelo si sta già avvantaggiando. Inutile seguirlo, scoppierei quasi subito e poi mi ha detto Tore che fra i premi per il primo di categoria non c'è la birra artigianale che invece spetta al secondo e terzo. Dopo un altro centinaio di metri, Amarildo aumenta decisamente l'andatura e va a raggiungere Angelo. Lascio andare anche lui, tanto la birra è anche per il terzo; so bene poi che Amarildo parte forte ma quasi sempre cede. Resto insieme al top degli over 55 sardi: Giovanni, Antonello e Pietro. Dopo il primo chilometro Giovanni cede leggermente e io resto attaccato agli altri due.
Foto Francesca Erbì


Assisto da vicinissimo alle schermaglie fra Antonello e Pietro che si giocano il primo posto di categoria fra i master 55. Fanno un bel ritmo, intorno a 3'30 al chilometro e li seguo ansimando. Davanti, come prevedevo, Amarildo si stacca da Angelo e le mie due lepri mi portano ad avvicinarlo sempre di più. Intorno al terzo chilometro Antonello perde leggermente terreno, lo lascio sfilare e continuo a seguire Pietro che mi porta a raggiungere e superare lo stanco Amarildo. E' proprio divertente fare gara di testa, mi capita raramente di poter controllare tatticamente la situazione. Ad ogni giro si passa davanti al pubblico amico e ricevo una calorosa accoglienza che mi aiuta a sopportare la fatica. Fa molto caldo; per fortuna Tore, ad ogni giro, ci offre refrigerio spruzzandoci d'acqua con una pompa ma comincio ad essere stanco, non sono abituato a questi ritmi e ho paura di forzare troppo. All'ultimo giro rallento leggermente, dietro ho un buon margine e mi lascio staccare da Pietro, accontentandomi di mantenere la posizione. Negli ultimi 100 metri faccio uno sprint dimostrativo per il pubblico, Pietro è irraggiungibile e dietro sono ancora più lontani. Arrivo terzo assoluto e secondo di categoria: bella soddisfazione, davvero. Cavoli a merenda forever!

Ma, era davvero questa gara l'obiettivo dei miei allenamenti lunghi in montagna? Ne dubito. Sabato prima della gara mi sono comprato una lampada frontale da 370 lumens, il che comincia a preoccuparmi: secondo me, ho in mente qualcosa.

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