giovedì 21 aprile 2016

Referendum

Non sono andato a votare per un motivo semplice, che prescinde dai contenuti del quesito. Secondo me, non ha alcun senso indire referendum su questioni tecniche, sulle quali la maggioranza dei votanti non possa farsi un'opinione propria. Il referendum è uno strumento importantissimo per decidere questioni su cui tutti possano farsi un'idea: l'aborto, il divorzio, questioni sociali, etiche, in cui sia facile capire le conseguenze del voto e le sue implicazioni personali. Se questo non accade e i votanti devono farsi spiegare quali siano le conseguenze del voto, dovrebbero almeno essere in grado di comprendere se le spiegazioni che vengono fornite loro siano o meno attendibili. In caso contrario, come nel caso di questo e di quasi tutti gli ultimi referendum, il risultato del voto è necessariamente condizionato dalla propaganda e perde completamente di significato.
Poi, spesso capita che il voto venga caricato di significati che non sono suoi, tipo: sei per le energie rinnovabili o per il petrolio? O, ancora peggio: sei pro o contro Renzi? Se si vogliono manifestare queste opinioni si organizzi una manifestazione, non un referendum su un dettaglio tecnico.
Quindi, secondo me, questi referendum sono un uso improprio della democrazia diretta. Se possiamo far decidere alla gente se sia opportuno che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale” … perché allora non usare i referendum per dirimere democraticamente questioni aperte tipo:
Volete voi che il neutrino abbia una massa?
Oppure per abrogare leggi che ci appesantiscono:
Volete voi che sia abrogato il decreto del 2 giugno 1686, noto come “legge di gravitazione universale” limitatamente alle seguenti parole “direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse” …

Viva la leggerezza, viva la democrazia.

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