domenica 12 aprile 2015

Maratona di Cagliari in 3h15 – difficoltà da pacemaker

Dopo le 3h, 3h30, 4h degli anni scorsi, oggi ho indossato i palloncini celesti delle 3h15. Ci sono arrivato dopo una serie di dubbi e ripensamenti. L'altroieri pensavo alle 3h, ieri invece mi ero convinto per le 3h10 e avevo perfino chiesto di correggere la scritta sui palloncini. Poi non hanno fatto in tempo a soddisfare la richiesta e ho deciso di tornare alle 3h15. Non avevo idea di quali difficoltà mi attendessero!
4'37” a km. Una delle tabelline più difficili da mandare a mente. Se il gruppo che mi seguiva mi vedeva particolarmente silenzioso era anche perché stavo calcolando mentalmente 4'37*Numero di km: conversioni in decimali, approssimazioni, riconversioni in tempo, correzioni …
Per fortuna avevo un super gps da polso prestatomi da Benedetto. Purtroppo non avendo avuto il tempo per provarlo, sul display, leggevo solo il tempo dell'ultimo km percorso, il tempo totale (dopo la prima ora, solo ore e minuti, senza i secondi) e la distanza totale. Tutto il resto era da calcolare, o si nascondeva sotto tasti che avevo troppa paura di pigiare per non perdere anche quei pochi riferimenti. All'inizio, il mio gruppetto esuberante con chiacchiere e urla di incitamento al pubblico per farsi incitare, mi rendeva ancora più difficile la concentrazione. Poi, col passare dei km si sono quasi tutti ammutoliti e si sentiva solo il rumore dei passi, dei respiri e i “bip” dei gps. Ad un certo punto noto un bellissimo silenzio, l'ideale per fare i miei calcoli … mi sono voltato e ho visto che il grosso del mio gruppo era rimasto indietro. Ero al 27esimo, ho impiegato altri 2 minuti per confermare che il ritmo giusto fosse il mio (4'37*27 circa 4.6*27 = 92+28+4.2 = 124.2 = 2h04'12”+27” = 2h04'39) e a quel punto l'urlo per provare a richiamarli è stato inutile. Erano già lontani e sono rimasto con solo 2 atleti. Il vento contrario, il caldo, la stanchezza non erano niente a confronto con la sensazione di meningi strizzate. Nel finale, colpo di genio, ho cominciato il conto alla rovescia. La mancanza dei secondi sul display mi obbligava però ad attendere che scattasse il minuto per avere il tempo esatto ma, in questo modo, la distanza andava calcolata con le cifre decimali! Alla fine ce l'ho fatta e ho portato l'unico atleta che mi era rimasto al traguardo in 3h14'35”.

Quanto sarebbe stato più facile fare le 2h48 (4'00 al km)!

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