domenica 1 febbraio 2015

Prova percorso “primo trail di Capoterra”


Eccomi, sono tornato. Ero su facebook e faticavo ad uscirne. Ero lì per promuovere un evento: la prova percorso del trail che sto organizzando a Capoterra.
Per raccontare la giornata, approfitto allora dei post che ho scritto per FB con qualche foto rubata da lì.
Ecco l'invito a venire e a non venire:
Domani è prevista pioggia. Non di quella pioggerella leggera, decorativa ma vera pioggia, pesante, di quella che bagna, che esci dalla macchina che piove e rientri che forse non ha ancora smesso. Insomma, ci sarà quello che con un sottile eufemismo potremmo definire “un tempo di merda”.
Non siamo eroi o, se anche lo fossimo, sarebbe meglio lasciare i nostri eroismi per cause migliori (l'autoeroismo è peccato e abbassa la vista): noi corriamo per stare bene e divertirci.
E allora, se ne siamo capaci, divertiamoci correndo sotto l'acqua. Non dovrebbe fare freddo e dovrebbe bastare un buon K-way e un cambio asciutto. Noi mettiamo a disposizione una casetta con una decina di posti a sedere – compresi i due wc, chiusa e riscaldata per cambiarsi, bere un the caldo o una birra, mangiare qualcosa e scambiare qualche chiacchiera.
Se l'idea di bagnarvi invece vi spaventa, è meglio che restiate a casa, seduti sul divano ad ascoltare il ticchettio dell'acqua che bussa sui vetri.

Messaggio efficace. Eravamo in 15, non tantissimi ma quelli giusti: abbiamo preso acqua ma siamo stati bene e ci siamo divertiti. Missione compiuta.

abbigliamento adeguato
Per non prendere freddo quando piove basta avere un abbigliamento tecnico adeguato o, se non ce l'hai, tanto abbigliamento inadeguato. Ecco il mio di ieri: canottiera “tecnica” regalatami 25 anni fa, tessuta in cilicio; maglia da bici invernale; giubbotto da bici invernale; k-way a mezze maniche (era un k-way normale di mio figlio quando aveva 8 anni); mutande in cotone per proteggere le parti intime dallo sfregamento; fouseaux vinti ad una gara con grattuggiacoglioni incorporato (forse da donna); scarpe saucony da trail. Ecco, visto? Da trail. Come dicevo: abbigliamento tecnico adeguato. Anche se le mutande non sono proprio da trail, pazienza.

Mi sono divertito. La prima pozzanghera la evito sempre, la seconda faccio finta di non vederla. Dalla terza in avanti le vado a cercare per fare sciac sciac con i “piedini”, felice come un bambino o forse rimbecillito come un vecchietto.

Con il passare dei chilometri, la vegetazione si è stretta sempre di più intorno a noi fino ad arrivare all'abbraccio morbido e bagnato del cisto. Eravamo completamente immersi nella natura che dissolta in minute goccioline, riusciva a penetrare sotto i 4 strati di vestiti fino alla pelle. Per fortuna non faceva freddo e la forza della natura si è manifestata solo in una benevola carezza.
l'abbraccio del cisto

Buttarsi giù, senza freni, senza farsi male, senza farsi male.

Eccoci alla fine, belli come pulcini bagnati.

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