domenica 21 dicembre 2014

Giancarlo corre con noi.

Col cuore in gola e il fazzoletto in mano
Mattinata piena, strapiena direi.
Genitore, atleta, allenatore, presidente, amico di tanti atleti … oggi ero tutte queste persone insieme: troppe.
Il genitore ha trascinato il figlio Francesco con subdole minacce fino alla gara ma non ha assistito alla partenza e il figlio non è partito.
L'atleta non si è riscaldato e ha boccheggiato col cuore in gola e le coronarie nelle orecchie dalla partenza all'arrivo, impiegando 4 secondi più dell'anno scorso.
L'allenatore che avrebbe voluto far correre i bambini, forse ne ha dimenticato qualcuno a Capoterra, uno non è partito e una l'ha vista cadere.
Il presidente era convinto di riuscire a fare i rinnovi delle tessere e di distribuire i panettoncini ai bambini ma non ha fatto niente di tutto ciò.
L'amico era talmente perso e disorientato che quando gli hanno fatto un regalo di natale quasi non ha ringraziato.

Non tutto è stato un disastro, però.
Francesco, il figlio del genitore, era contento di non essere partito.
L'atleta si è consolato con un terzo posto su sessanta della sua categoria
L'allenatore ha visto i bambini impegnarsi a fondo, una anche rialzarsi e ripartire dopo la caduta.
Il presidente ha visto una squadra che sta diventando squadra con bambini, genitori, atleti e allenatori che si aiutano e incoraggiano, nonostante il presidente.
L'amico, ogni volta che si girava, vedeva amici a cui aveva un sacco di cose da dire e un sacco da ascoltare.

Giancarlo ci ha regalato anche il sole. Insomma sarebbe stata una bellissima giornata di festa: peccato solo questa gran confusione mentale. E nonostante tutto quello che avrei voluto ancora dire, fare, baciare … mi sono lasciato trascinare via senza opporre resistenza.

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