sabato 12 luglio 2014

“Lei, che sport vorrebbe fare?”

L'esame galleggiamento feci non lasciava presagire niente di tutto ciò: scendevano come se niente fosse, le ho viste bene mentre affondavano nell'acqua del cesso con la solita nonchalance. Forse certi dettagli sfuggono anche all'osservazione scrupolosa di questa sonda organica che ci scruta da dentro nel suo viaggio transcorporale. Non mi dilungo sull'analisi olfattiva e cromatica, dico solo che era tutto perfetto come sempre. Sono andato quindi a fare l'ecocardio con animo leggero, solo per espletare la formalità richiesta dal medico sportivo.
La tranquillità è durata poco. Il cardiologo ha cominciato a fare domande curiose tipo “non l'ha mai fatto prima?” “Il medico sportivo durante le visite precedenti non le aveva mai prescritto un'ecocardio?Lei, che sport vorrebbe fare?Non sapeva di avere un prolasso mitralico?” “cosa??” “è una malformazione congenita; di per sé non è problematica ma qui abbiamo un'insufficienza” “non mi può dare il 6 politico?” No. Dovrebbe evitare contrazioni isometriche“eh???” “Tipo sollevamento pesi”. Non potrò mai più sollevare bilancieri da 300kg. La pagella–referto parla di insufficienza moderata; una lieve insufficienza sarebbe facile da recuperare. Con un'insufficienza moderata invece si viene rimandati. L'esame di riparazione è fra 6 mesi, il tempo per studiare non manca; niente corsi di recupero ma tante corse di recupero che seguirò con diligente attenzione. Obiettivo: non peggiorare altrimenti sarà estremamente difficile rinnovare il certificato d'idoneità (e non solo).

Non ho ancora capito se questa insufficienza moderata influisca sulle performances e se possa essere la causa della fiacca di questi ultimi mesi; intanto però ho una scusa: “mi hai battuto, bravo; facile però senza prolasso...” “mi sono ritirato, sì, ma sai col prolasso che mi ritrovo ...”

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