mercoledì 14 maggio 2014

Lanusei, 11 maggio. Terza tappa del Sardinia Trail.

La terza notte il tema dominante non cambia. Questa volta però Emanuele sta bene, è l'altro occupante della camera ad avere l'intestino loquace. Camera tripla? No, doppia. Sono io l'altro. Che ci crediate o no, in certe cose sono più forte di Emanuele. Però, invece di approfittarne per vendicarmi, metto la sordina alla tromba e sfiato in silenzio. Nessun rumore, neanche un sibilo, ma lo stomaco dolente e gli spostamenti d'aria mi impediscono di dormire a sufficienza. Come Gregor Samsa, la mattina fatico ad alzarmi dal letto, mi sento una larva. Da come mi guardano gli altri capisco di sembrare davvero uno spaventoso bacarozzo con l'addome e gli occhi gonfi. Il finale della tappa di ieri mi aveva dato un pizzico di ottimismo ma con queste zampette dure da insetto sento che farò molta fatica anche oggi. Credo che mi fermerò a fare palline di sterco.
Dopo un breve trasferimento in pullman, si parte dal parco di Selene.
Parto lento, parto doloroso, spingo, contrazioni o contratture, finalmente rinasco. La strada larga in lieve discesa nel bel bosco ombroso invita a correre e le gambe rispondono. Si scende dolcemente per oltre un chilometro ma … non si doveva salire? Dove sono i nastri dell'organizzazione che indicano il percorso? La testa del gruppo non è lontana e comincia a sbandare. Qualcuno si ferma altri tornano indietro. Anche Filippo Salaris, il vincitore delle prime due tappe, torna indietro. Checco telefona agli organizzatori. Ci siamo persi? Cominciamo a tornare indietro. Manca qualcuno? Non vedo Francesco, dove sarà? Ora è sicuro, abbiamo sbagliato strada. Dopo un chilometro a ritroso, ritroviamo i nastri e la deviazione mancata; qualcuno si lamenta ma nel complesso il gruppo non perde il buonumore.
Intanto mi sono riscaldato e mi rendo conto che in pianura e in salita riesco a correre benino e ne approfitto per divertirmi e guadagnare qualche posizione. Raggiungo Teo ansimando rumorosamente per fargli sentire “il fiato sul collo”. Sono immerso, come spettatore, nella lotta fra i primi dieci. È divertente, tutto in 3D. Uso la funzione “avanti veloce” e lascio Teo per raggiungere e superare Stefano e Miguel e poi ancora Bruno e Marco. Mi superano solo Filippo Salaris e Didier Dhont, il duo in testa alla classifica. Filippo mi spiega che avevano sbagliato di nuovo strada nel tentativo di recuperare su 2 atleti che, non avendo sbagliato all'inizio, avevano quasi 20 di minuti di vantaggio. Penso a Francesco, forse è lui uno di quei due. Oggi potrebbe essere la sua giornata. Forse finalmente la vita ha risposto con un sorriso all'amore che Francesco le offre.
Dopo uno spettacolare passaggio in cresta, inizia la discesa ripida e i dolori alle cosce mi costringono a camminare. In un attimo mi passano tutti quelli che avevo superato in salita. Vanno a velocità doppia e non riesco a trovare un motivo valido per massacrarmi ulteriormente i muscoli. Meglio cambiare programma. Basta sport, scelgo un documentario. Mancano poco meno di 20 chilometri all'arrivo e li farò quasi tutti da solo, guardando panorami, cercando di non perdermi e spingendo palline di sterco. Ed è così che sono arrivato, fiero di aver portato la mia pallina oltre al traguardo.

Oggi mancano solo 9 giorni al Passatore ma non ci riesco a pensare. La mia testa è ancora a Lanusei insieme a pezzi di gambe e altri organi interni.   

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