giovedì 23 gennaio 2014

Pezzi sparsi

Le gambe le ho lasciate nel fango del cross di Capoterra. L'intestino invece viaggia verso est ormai da alcuni giorni. Non so esattamente dove sia ma posso dedurre il fuso orario dall'ora in cui si sveglia la mattina. Oggi è in quella striscia di mondo che si sveglia alle tre. Probabilmente in India: il cibo speziato mi fa quest'effetto.
Intanto la testa si aggira confusa fra un pezzo e l'altro preferendo l'altrove fuori dal corpo ormai senza controllo. Decide la pelle.
Oggi, con ciò che mi resta, esco dall'ufficio e in un minuto sono immerso nel bosco gocciolante; la testa non c'è e l'intenzione di tornare presto è dispersa continuo a salire sul secondo sentiero la pioggia riprende più forte ma mi scivola sopra ormai sono saturo butto i piedi in torrenti estemporanei non fa differenza: li cerco a sguazzare felice. I liquidi interni escono a cercar compagnia: il muco cola indisturbato finalmente affacciato sul mondo, la pisciata chiama e sgorga fumante dalla fontanella rattrappita. Sentiero sconosciuto, alla deriva seguendo l'istinto cinghiale ma tutto finisce sul cemento.
Entro in doccia vestito a riprendere calore e mi spoglio sott'acqua è ormai il mio elemento e ne esco cauto come chi, incerto nel nuoto, entra nel mare.

Non c'è sacrificio, nessuna tabella da rispettare, volontà assente, la testa è altrove, solo emozioni di pelle, brividi, il piacere delle sensazioni forti gorgonzola emozionale mascarpone sintattico scusate non ho voglia di punteggiare.

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