domenica 22 dicembre 2013

Giancarlo corre con noi.

Lo conoscevo solo di vista. So che aveva la mia età, era un MM45 – fra atleti gli anni si contano 5 alla volta – e, un anno fa, è morto.
Gli amici di Giancarlo hanno organizzato una gara in suo ricordo, su un bellissimo percorso panoramico su e giù dal colle San Michele; la foschia attenua la visuale accentuando le lontananze e lasciando spazio all'immaginazione, ai “sovrumani silenzi e profondissima quiete”. Il percorso è divertente, mosso con moto ondoso in aumento, mi fa inghiottire il cuore nelle salite e poi pestare le gambe nelle discese, inclinare in curva per non rallentare aspettando la scivolata che non arriva. Divertimento, fatica, suggestione, soddisfazione per un risultato che illumina un miglioramento, un altro piccolo passo verso l'eterna giovinezza. Giancarlo corre.
Mi sono fermato a guardare la sua foto in grandezza naturale, anche lui con quell'espressione di fatica ed entusiasmo, quella passione che ci fa amare la vita, attaccarci ad essa e volerla vivere ancora a lungo, o almeno ancora un po' e a volerne un'altra quando questa finisce. Ancora una, una soltanto. Chiedo poco: voglio solo un'altra vita.

Il cielo ha cominciato a lacrimare dolcemente.

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