mercoledì 3 luglio 2013

Ironman di Klagenfurt - intro

Come direbbe Aldo Rock: "uomo, non sei qui per il buffet, è il buffet che è qui per l'uomo". Chiarite le motivazioni del buffet, rimangono da capire le mie: perché sono andato fino a Klagenfurt, se non per il buffet? Per trovare i miei limiti e provare a sfondarli a colpi di faccia? Questo avrei potuto farlo benissimo vicino a casa. Forse per avere il marchio, il certificato ufficiale da "ironman" o per sentirmelo gridare al traguardo? Forse, ma non mi sembro il tipo. Forse per avere qualcosa da raccontare, agli altri o a me stesso. "Uomo, non hai vissuto se non hai qualcosa da raccontare" direbbe qualcuno: forse per vivere, allora.
Ma non pensiamoci troppo. La domanda importante è un'altra: mi sono divertito?
Un po' per vanità, un po' per restare più tempo possibile nello stato di esaltazione post gara, ho indossato la maglietta di "finisher" fino a ieri, quando già l'alone di gloria cominciava a puzzare d'ascella. Come direbbe Aldo Rock: "non è vera gloria se non puzza di sudore" e allora questa è gloria verissima, anche piuttosto penetrante.
Indosso ancora con orgoglio anche quei dolorini che se ne stanno rintanati, per giorni, al centro delle masse muscolari. Sono un ricordo della parte più sofferta della gara ma non la voglio dimenticare: "il gusto acido della sofferenza col tempo si trasforma in quello dolce della gloria" (oggi le sto sparando davvero grosse!)
La risposta comunque è sì, mi sono divertito e, nei prossimi giorni, proverò a raccontarvi quest'esperienza e a trasmetterne le sensazioni. Roba grossa. Restate collegati.

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