giovedì 4 aprile 2013

Stanchezza


Oggi quando mi sono alzato dal letto ero diversamente riposato.
Sapete, quel riposo leggermente diverso, quando una ragnatela partendo dalle tempie copre, come una mascherina, tutta la parte superiore del viso, costringendo le palpebre a restare a mezz'asta e, per quanto vi stropicciate gli occhi, non riuscite a liberarli da tutti quei fili invisibili.
Ho messo in bocca il beccuccio della caffettiera sperando che fosse avanzato un po' di caffè da ieri; un po' di caffè, anche se diversamente caldo, aiuta a preparare il caffè. Ma era pochissimo. Allora ho infilato il naso dentro al barattolo del caffè per farmi una bella sniffata, prima di affrontare l'impresa di prepararmi il caffè. Il profumo del caffè, ma anche solo il suono della parola "caffè" di solito mobilitano quei recettori del cervello a forma di piede che ti danno un bel calcio nel culo per svegliarti. Ma oggi non era giornata, vedete quante volte ho scritto "caffè caffè caffè". Ma niente, neanche una spintarella.
Al momento di vestirmi, la maglietta aveva un solo dritto e non so quanti rovesci. Solo con pazienza e ragionamento sono riuscito a venirne a capo. Con stanca ironia, ho pensato che se ero riuscito a risolvere un rompicapo cosi' difficile, sarebbe stata una giornata davvero brillante, al lavoro.
Uscendo di casa, il cielo era diversamente sereno. Sapete, quella serenità leggermente diversa, quando una coltre spessa e uniforme di nubi lascia penetrare solo una fioca luce grigia. Il cielo era come una grande coperta morbida, la luce come la penombra di una stanza da letto. Uscire di casa non mi ha aiutato certo a svegliarmi.
Mi restava l'ultima speranza: il viaggio in macchina. Quasi tutti i giorni incontro qualcuno, diversamente civile, che non mi da la precedenza o fa un sorpasso azzardato e la situazione di rischio mette in circolo tanta di quell'adrenalina, che da marmotta mi trasformo in belva feroce. Ma oggi niente, tutti buoni, tutti tranquilli, la stanchezza era nell'aria.
Eccomi qua, ora, seduto alla scrivania. Un'altra sniffata alla cialda, un altro caffè. Caffè caffè caffè ... rrronff. 

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