mercoledì 30 gennaio 2013

Io mi e me, eravamo in tre

Velleità: essere un bravo genitore.
Ci provo, con impegno e affetto. I ragazzi sono adorabili, ma hanno molti difetti che non riesco a correggere. Qualche piccolo successo però l'ho ottenuto. Ecco un esempio.
Quando chiedevo a mio figlio Francesco (dodicenne) di prendere una decisione, si scatenava in lui, e in tutta la casa, una gran confusione. Per qualsiasi cosa. Per esempio, alla domanda: "Francesco, per colazione preferisci il the o il latte?" Rispondeva subito "the!" poi, dopo qualche secondo: "anzi no, latte", e, quando ero ormai sulle scale per andare in cucina, sentivo la sua voce: "no, the!". Oppure: "Francesco, vieni?" "Sì ... No ... No No Sì".
Una volta, esasperato, gli ho chiesto: "ma quanti siete la dentro? E perché non vi mettete daccordo prima di parlare?" Allora si sono contati. Sono in tre: io, mi e me. Ora è tutto molto più chiaro, e le risposte sono comprensibili. Per esempio, alla domanda: "Francesco, vieni?" ora risponde: "Io verrei volentieri, ma mi e me preferiscono restare a casa, quindi mi tocca rinunciare." Altre volte accusa i suoi alter-ego di malefatte che lui non avrebbe mai voluto fare ... ma questa è un'altra storia.

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